Il laboratorio è la matrice, la condizione stessa della mia esistenza artistica. Spazio delle meraviglie dove tutto nasce e trova forma e compimento. Se un’idea non può accadere, è il laboratorio a dover mutare, cambiare, evolvere, perché nulla resti fuori dal suo respiro.

Riuscire a realizzare con le mie mani ciò che ho progettato non è un dettaglio: è l’essenza, l’imprescindibile.

Per più di un decennio il laboratorio è stato una stanzina che si affacciava su una vallata, colma e stracolma di attrezzi e macchinari. A poco a poco hanno debordato oltre la porta, occupando ogni cantuccio libero, come in attesa del nuovo laboratorio.

La crescita non è mai improvvisa: si costruisce nella fedeltà quotidiana al gesto e alla materia.

Nel 2019 ho fatto miei dei locali nel centro storico di Frosinone.

Sono stati una macelleria e una pescheria, ma prima sono sopravvissuti ai bombardamenti e alla fame, e sono più antichi del Catasto Gregoriano – perfetti per diventare un posto in cui restare.

La ristrutturazione non è ancora compiuta, ma dopo anni, attese e speranze – trionfo della visione che oltrepassa il ragionevolmente raggiungibile – il laboratorio ha sì perso la vallata, ma guadagnato spazio.

Non più minuta misura, ma respiro: luogo solido, scelto e conquistato, in cui radicare il futuro.

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